31 agosto 2016

Un pranzo e dei buoni commensali

Sono questi gli ingredienti che mi danno gioia e mi fanno sentire vivo, felice di essere in mezzo alle persone e lontano dalla gente. Raccontare cose senza senso mettendo nella condivisione del punto di vista il significato, scherzare su un mondo buffo come se non ci fosse quello amaro e poi con quel sorriso ancora impressi affrontare il lato brutto delle cose. Passare del tempo consapevolmente, invece che semplicemente invecchiare inconsapevoli, creare ponti e contatti, mescolare storie, attraversare incroci improbabili.
Guardare video stupidi alla televisione o parlare di zingari e razzismo. Scontrarsi per rimbalzare, scontrarsi per incontrarsi.
Selezionare i raccontastorie ma non la sceneggiatura, cambiare registro e mescolare le carte in tavola, Lasciarsi stupire dal diverso senza temerlo, spendere del tempo con grandi e bambini come se, per pochi attimi, fossero tutti membri alla pari della stessa tribù.

Mi piace preparare i momenti e poi non governarli, mi piace seguire il flusso di una buona situazione, mi piace sentirmi a mio agio nel poter dire le mia e anche nel non dirla. Mi piace quando un errore diventa uno scherzo, mi piace quando si può andare due parole troppo in là e poi recuperare. Mi piace anche non sapere dov'è il troppo ed esplorarsi sino a scoprirlo. Non sono mai stato buono a stare fra la gente, ma mi piace stare con le persone, mi piace quando pensano cose che io non penso, mi piace anche quando mi dà fastidio quello che pensano ma lo vivono in modo organico. Mi piace non sapere cosa aspettarmi e mi piace immaginare cosa pensano gli altri e vedere se indovino. Mi piace giocare a leggere le persone che conosci e anche quelle che non conosci. Mi piace ricredermi.

Mi piace farlo mangiando assieme, condividendo uno dei principali momenti animali. Mi piace parlare con le teste umane e condividere con loro gesti animali. Mi piace ricordarmi che non sono che una scimmia poco pelosa. Mi piace vedere chi si atteggia a non esserlo.

Mi piace ripensarci quando è finita, rielaborare le voci e rivivere i momenti. Mi piace poi stare per i cazzi miei o ridurre il contesto a pochissimi intimi, o anche no...
Ho bisogno anche di un circolo ristretto, ma amo allargarlo per qualche ora ed espandermi io stesso con esso, purché non si allarghi troppo, perché fra la gente mi perdo e non sto bene.

Questo mi serve per vivere bene, in prima istanza.

...e sì, anche del buon vino.

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