22 novembre 2013

Favole: Il nano e la talpa

C'era una volta un nano che scavava, scavava e scavava in cerca d'oro e pietre preziose. Andava giù, sempre più giù e costruiva enormi gallerie nel terreno, usando il suo fedele piccone e gli altri attrezzi che si era procurato negli anni.
Aveva già trovato alcune pietre preziose, ma non voleva accontentarsi e tornava nelle sue miniere e scavava, scavava, scavava.
Per rendere più facili le operazioni spesso costruiva dei condotti che portavano in superficie e finì per bucherellare tutta la prateria sopra alle sue miniere. Sembrava il lavoro di una talpa gigante e chi avesse visto quei buchi si sarebbe spaventato a immaginare il mostro che poteva averli scavati, se non avesse saputo che erano opera del nano. Tutti infatti lo conoscevano nella valle e nessuno si preoccupava più dei suoi buchi.

Un giorno trovò un filone di pietre luccicanti. Bramoso di arrivare alla vena principale iniziò a scavare con sempre maggior foga: scavava, scavava e scavava. Era così preso dalla bramosia che non si accorse neppure di avere davanti una parete di roccia durissima. Un colpo, un altro e poi ancora un altro e il manico di legno del suo fedele piccone si spaccò. Sbalordito e scocciato per l'accaduto, tornò in paese e comprò un piccone nuovo, completamente in metallo.
Questo certo non si spezzerà - pensò fra sé e tornò a scavare, già convinto che grandi ricchezze fossero lì, a pochi colpi di piccone da lui.
Un colpo, un altro e poi un altro ancora e la punta del piccone inizio a piegarsi, sin quando fu evidente che quel piccone non poteva più essere utilizzato.
Il nano era disperato: aveva finalmente la ricchezza tanto sognata davanti a sé e non sapeva come raggiungerla!
Fu allora che ai suoi piedi sentì una vocina che gli disse - forse io posso aiutarti.
Si guardò intorno e non vide nessuno. Pensò quindi di aver avuto un'allucinazione, ma quando la sentì di nuovo capì che veniva da vicino ai suoi piedi, così abbasso lo sguardo e si trovò di fronte una piccola talpa.
Aiutarmi? E come potresti? - chiese incredulo.

La talpa gli disse: non preoccuparti di come, ma se riuscirò a portarti qui il tesoro che cerchi ne dovrai spendere metà per comprare insalata e carote, disseminare tutta questa prateria che hai riempito di buche e coltivarla per me. Sono ghiotta di carote, sai? Più di un coniglio...e l'insalata? ah, quanto mi piace!!

Il nano accettò, ma pretese in cambio, se la talpa avesse fallito, di poterla mangiare allo spiedo. Tutti sanno, infatti, quanto i nani siano ghiotti di talpe allo spiedo. La talpa ci pensò su un attimo: era impaurita, ma alla fine accettò.
Subito si mise a cercare nella parete se ci fossero dei punti terrosi in cui fare breccia e quando trovò il primo iniziò a scavare. Dopo pochi istanti era sparita alla vista, ma poco dopo tornò indietro.
Vicolo cieco - spiegò.
Il nano fece un sogghigno e la talpa si rimise al lavoro. Trovò un nuovo punto terroso e iniziò a scavare...sparì per un po'. Quando rispuntò, era un altro vicolo cieco infatti, il nano stava preparando un piccolo falò sotterraneo, cosa che solo i nani sanno fare, senza soffocare per il fumo!

La talpa era impaurita, ma non si diede per vinta e iniziò a scavare nuovamente, questa volta verso il basso. Bucò il pavimento e sparì in fretta.
Il nano cominciava già a pensare che fosse fuggita e non sarebbe più tornata, quando un piccolo rubino grezzo rotolò fuori dal buco in cui era entrata la talpa. E poi un altro e un altro ancora!

Era ricco!

Dopo poco sbucò la talpa, portando ancora altre pietre.

Ma come hai fatto? - Chiese curioso il nano.
Ho provato prima la via facile, come hai visto, ma non ha funzionato, allora ho pensato che così non ce l'avrei mai fatta e ho deciso di cambiare strada e scavare intorno alla parete di roccia. Ho fatto un giro molto lungo, ma seguendo il bordo, sono arrivato dall'altra parte.  - disse la talpa, e dopo questa spiegazione gli ricordò la promessa.

Il nano era di parola e per quanto gli dispiacesse privarsi di metà del suo tesoro, rispettò il patto: comprò i semi e si mise al lavoro. Nel giro di qualche mese c'era un'immensa distesa di carote e insalata e la talpa, felice, banchettava con tutti su suoi amici, che aveva richiamato da tutta la valle!

La talpa era orgogliosa perché aveva imparato che perseverando si possono superare le difficoltà e che non dandosi per vinti e provando nuove strade si riesce ad arrivare a risultati altrimenti irraggiungibili.



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